Il Dpcm del 3 novembre divide l’Italia in diverse zone, vediamo quali scuole chiudono, cosa posso fare e cosa no.
Zone gialle
Abruzzo, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia di Trento e Bolzano, Sardegna Toscana, Umbria, Veneto
Didattica a distanza al 100% superiori – Permane la possibilità di svolgere attività in presenza per l’uso dei laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e, in generale, con bisogni educativi speciali.
Infanzia, primaria, secondaria primo grado – Resta in presenza
Mascherina obbligatoria anche al banco – Uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.
Riunioni collegiali – Solo a distanza.
Viaggi di istruzione – Sono sospesi. Restano sospese anche le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, fatte salve le attività PCTO.
Università – chiuse, lezioni a distanza.
Zone Arancioni
Puglia e Sicilia
Queste aree devono sempre essere individuate con apposita ordinanza del Ministro della Salute.
Per la scuola sono valide le stesse misure previste a livello nazionale.
Zone Rosse
Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta
Queste aree devono sempre essere individuate con apposita ordinanza del Ministro della Salute.
Restano in presenza la scuola dell’infanzia, i servizi educativi per l’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado. Le attività didattiche in tutti gli altri casi si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza.
Resta comunque salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e in generale con bisogni educativi speciali.
Le disposizioni del Decreto sono efficaci fino al 3 dicembre 2020.